Cupa e coerente nella coralità dei personaggi, mirabilmente organizzata nel rispetto dei suoi tempi, luoghi, azioni, precisa e radicale nell'approfondimento dell'animo umano come nell'analisi spietata dei condizionamenti sociali economici e politici che lo governano, LA VILLE EST TRANQUILLE ha il peso artistico ed emotivo di una tragedia greca. Cosi determinata da apparire quasi strumentale. Cosi sfiduciata da flirtare con il più sconsolato dei pessimismi: perché non basta, stavolta, a risollevare lo spirito la trasparenza della luce marsigliese, l'arguzia della sua parlata, la consolazione di una fra le più celebri arti dell'arrangiarsi. E nemmeno il piacere affettuoso di ritrovare il gruppo di Guediguian, il solito giro di amici - attori. Ad avere il meglio è lo scoramento dell'autore; e, per fortuna, la sua terribile, efficacissima proprio perché non consolatoria lucidità.